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 30 AGOSTO - 10 SETTEMBRE

Nel 1978 la legge Basaglia portò alla chiusura dei manicomi e alla totale revisione delle procedure riguardanti il trattamento delle malattie psichiatriche. Fu una vera e propria rivoluzione: quando si parla di persone incatenate, camicie di forza ed elettroshock non si esagera, perché era la realtà, la consuetudine. Basaglia ne aveva visti tanti, di “ospedali”, ma uno in particolare l’aveva condotto a fare concretamente qualcosa per quelle persone che, troppo spesso, trovavano la morte invece che cure adeguate. Nel 1970, infatti, aveva ricevuto la chiamata di tale Tommasini che, nonostante tutto il suo lavoro, si era trovato a chiedere aiuto riguardo a una situazione - senza mezzi termini - disperata. Nei locali adiacenti a una magnifica reggia del ‘600, erano rinchiusi circa 1200 pazienti, in condizioni pietose. Basaglia arrivò, forte delle sue convinzioni, capace e determinato a cambiare le sorti di quelle persone.

Quel luogo, immerso in un giardino all’italiana di rara bellezza, nascondeva al resto del mondo ciò di cui il mondo stesso si vergognava: gli scarti, i rifiutati, gli incompresi, i bisognosi e mai seguiti, i suoi matti. Picchiati, ammazzati, torturati, ridicolizzati, resi oggetto di chissà quali soprusi.

Quel luogo, quel carillon rotto, era la Reggia di Colorno.

 

Parlando con Leonardo Adorni di Teatro Necessario, uno degli organizzatori del Festival, chiedo se il nome, Tutti Matti per Colorno, riveli qualcosa riguardo a questo passato da non dimenticare e dice: «C’è un detto, ancora utilizzato,“I dventén tut mat par gnir a Colorni” - “Diventano tutti matti per venire a Colorno”. Io sono di Colorno e, quando andavo a scuola a Parma, ci prendevano un po’ in giro, ci etichettavano come “matti” per via, appunto, del manicomio. Quindi sì, il nome deriva proprio da quel detto e l’intento del Festival è celebrare l’operato di Basaglia, la rivoluzione apportata con la sua legge. Prima era tutto nascosto, non si doveva sapere: noi ora, la follia, la portiamo in piazza».

 

Tutti Matti per Colorno vive ed è pulsante dal 2007 e, ritrovandomi a cena con una volontaria, mi viene detto: «Pensa, all’inizio eravamo in cinque (volontari)». Mentre me lo dice, mi guardo intorno e vedo le persone accorse in questo reale paese delle meraviglie: sono migliaia. Il Festival è cresciuto grazie alla passione, alla dedizione, al rispetto, all’accoglienza e alla professionalità dedicate a una cosa nata piccola e divenuta, poi, uno dei festival di circo e teatro di strada più conosciuti in Italia e in Europa.

 

La follia portata in piazza, il riscatto morale verso coloro che, a Colorno, ci sono stati portati con le camicie di forza, ma che adesso sono spiriti che danzano e cantano, liberi: i matti di Colorno. Il carillon ha ripreso a suonare.

Chamôh di Paris Benares

Francia 

performance itinerante - durata 50'

A Tutti Matti tutto è possibile, persino vedere un cammello di 4,80 metri passeggiare per le vie del paese, tra le grida e gli occhi spalancati di chiunque si trovi sulla sua tratta. Un cammello dolce, ma con una testa dura quasi quanto il legno, un po’ dispettoso, ma sotto sotto mansueto.
La presenza, sul suo dorso, di chi lo manovra, traduce tutto il lavoro, la fatica e l’ingegno dietro questa creazione dal forte impatto visivo ed emozionale. Difronte al chamôh e sotto l’effetto inebriante della musica indiana, ognuno di noi, torna a essere pervaso, anche solo per un attimo, dalla fantasticheria tipica dell’essere un bambino.

 Anteprima

L’aria è cambiata, è l’autunno che aspetta impaziente alle porte. Tutto a un tratto, all’afa estiva ha preso posto un venticello che ci culla, in questa giornata di fine agosto, verso il mese delle malinconie e degli inizi. 

Si sente rumore di zoccoli e ruote di legno. Si intravede un mangiafuoco canuto, dal viso dolce e dall’accento francese, quello che intenerisce ogni parola. Non lo segue una schiera di marionette e burattini, ma al suo fianco ci sono clown, musicisti, acrobati, giocolieri. 

È il circo che è arrivato in città! Francois Bidon e il suo esercito di maglie e calzettoni a righe, a bordo di carrozze trainate da cavalli, giunge nel regale giardino della Reggia di Colorno per portare sorrisi e magia. Perciò, «allacciate le cinture immaginarie», è tempo di sognare!

Chacun ses rêves di Cirque Bidon

Francia - Scena IN

teatro, musica. acrobatica, giocoleria - durata 120'

Il Circque Bidon di Francois Rauline, detto Bidon, prepara il terreno - dopo un peregrinare durato tre mesi e ottanta repliche - per l’esplosione circense che avverrà il primo giorno di settembre: la sedicesima edizione di Tutti Matti per Colorno, di cui proprio Rauline è stato eletto Presidente Onorario nel 2016. La carovana di monsieur Bidon torna a Colorno carico della sua poeticità e della sua lunga affascinante storia, una valigia iniziata a riempirsi dal 1970. Appena trascorsi gli anni delle contestazioni, Francois matura un nuovo modo di fare circo, lontano dalla tradizione e che riunisca musica, danza, teatro, ma soprattutto storie: nasce così il noveau cirque, il circo contemporaneo a cui, ormai in tutto il mondo, gli artisti circensi -e non solo- fanno riferimento. Chachun ses rêves – A ciascuno i suoi sogni, dunque, altro non è se non l’insieme di tante e piccole storie che, con il supporto di numeri propriamente da circo, sono in grado di trasportare corpo e mente al di là della materialità. Non c’è una trama vera e propria, è il pubblico che contribuisce a crearla e credo che questa sia la vera magia del circo. Nello spettacolo del Cirque Bidon c’è chi canta per intrattenere e, subito dopo, esegue un numero di equilibrismo su corda; ci sono i clown pasticcioni, ma che, nel frattempo, preparano la scena successiva; c’è Francois che osserva quasi dal di fuori ma che, in realtà, è colui a cui tutti e tutte si rivolgono per risolvere i problemi. Ognuno, ciclicamente, scambia il proprio ruolo con quello di un altro, traspare quindi quell’idea di matrice felliniana per cui ciascuno è chiamato a collaborare per fare in modo che l’intera performance funzioni. Dal tecnico al giocoliere, dal chitarrista alla presentatrice sono, tutti e tutte, parte di una di una grande, girovaga e giocosa famiglia. Termina così l’anteprima di Tutti Matti per Colorno che Teatro Necessario, associazione responsabile e ideatrice del festival, ha affidato a Francois Rauline e al suo caro Cirque Bidon, il punto di riferimento per le successive generazioni, un debito artistico ripagato con la creazione di un festival che metta ben in mostra fin dove il circo e il teatro di strada possano meravigliosamente spingersi.

primo weekend

Gustavo La Vita di Andrea Farnetani

Italia- Scena OFF

giocoleria, clown - durata 35'

Con un nome clownescamente malinconico, Gustavo La Vita è un clown che pensa di non essere più in grado di eseguire un numero “semplicissimo”. Preso dallo sconforto, vorrebbe tragicamente porre fine alla propria vita, ma grazie alle urla del pubblico che grida “no, non farlo”, non si perde d’animo. E per fortuna! Perché i fragilissimi numeri di Farnetani sono di un’eleganza e di una precisione difficili da riscontrare. Basterebbe un nulla, un movimento impercettibile ma catastrofico, e la magia potrebbe spezzarsi. Il gioco di Farnetani è tutto un crescendo da fiato sospeso e in bilico… quanto i suoi bicchieri!

The perché di Prise de Pied

Francia - Scena OFF

giocoleria, acrobatica - durata 40'

Immaginate la finestra di una casa, da cui però non si intravede molto. La finestra dà su una cucina e, di tanto in tanto, sbucano un uomo e una donna intenti a preparare qualcosa. Ma certo: è il the! Quello che richiede un’arte particolare, quello che viene dall’oriente e che profuma di rosa.
Quei due devono amarsi davvero e chissà da quanto tempo: si fidano ciecamente l’uno dell’altra. Probabilmente sono anche un po’ matti. Lui lancia lei in aria, la tiene in bilico sui propri palmi, sulle spalle e persino sulla testa! E poi ecco che ci vedono, vedono che li stiamo guardando dalla finestra e, invece di arrabbiarsi, ci offrono il the, quel the preparato tra vortici, passi di danza e musica proveniente da una vecchia radio malfunzionante. Un the che ha il sapore della vera passione: quella per il proprio lavoro, per i colleghi, per le persone.

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MDR - mort du rire di Los Galindos

Spagna - Scena IN

 clown - durata 60'

I clow come non si sono mai visti!
Rispettano lo schema canonico del clown bianco, ironicamente l’autorità, accompagnato da due clown rossi, più goffi e maldestri, ma quello che portano in scena è un concentrato di cinismo, grottesco e macabro, il tutto ben condito con un’abbondante dose di risate. Passando tra le gag più classiche e iconiche – schiaffi, cadute e secchiate d’acqua – si arriva alle impiccagioni e alle decapitazioni e il motivo è tutto da scoprire. Lo spettacolo della compagnia Los Galindos porta la clownerie a livelli altissimi, frutto di una ricerca e di un gusto assolutamente originali e fuori dall’ordinario scenario immaginifico, per lo più spensierato, a cui si è soliti assistere. Il valore aggiunto di questa performance sta anche nella scelta di utilizzare la parola – solitamente assente o tradotta in suoni ripetuti – che consente di dare più stabilità alla scrittura drammaturgica e di rendere ancora più coerente e lineare ogni slancio clownesco. Letteralmente: da morire!

Concrete 00 di TrioCirc

Italia- Scena OFF

acrobatica aerea, equilibrismo - durata 35'

Spesso, il “problema” degli spettacoli d’acrobatica, è una drammaturgia inconsistente, trattata come un espediente necessario per l’esecuzione dei numeri veri e propri. Ebbene, sono entusiasta nel dire che Concrete 00 tiene sulle spine dall’inizio alla fine, sia per la bravura degli artisti nella loro arte acrobatica sia per la storia che hanno deciso di raccontare: una fuga dal magazzino in cui lavorano – costruito con rimando ai mondi distopici – e da cui, forse sì o forse no, riusciranno a scappare.
Un lavoro decisamente interessante.

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Luca Regina Showman di Luca Regina

Italia - Scena OFF

 magia comica - durata 35'

La vera magie di Luca Regina sta nel mettere tutti d’accordo, dal pubblico adulto a quello dei bambini. La risata si scatena grazie ai trucchi goffi e volutamente mal eseguiti, ma che, in realtà, sottintendono un’ottima osservazione e conoscenza del pubblico che solo i tanti anni di esperienza affinano. Citando Oscar Wilde, Regina ci dice che «la vita è una cosa troppo seria per essere presa sul serio» e lo spirito del Festival è proprio questo!

secondo weekend

Yin Zero di Monad

Francia -Scena IN

 giocoleria, danza - durata 25'

La compagnia Monad porta in scena una danza ipnotica e caleidoscopica che mette in mostra la perizia tecnica dei due artisti. Non si tratta di salti acrobatici, ma di un volteggiare ben ancorato alla terra che, però, catapulta la mente altrove, verso un immaginario che lascia agli spettatori la libertà di esercitare una o più emozioni sulla base di quello che viene mostrato. Yin Zero ci pone in una suspense continua su quanto ci potremmo trovar davanti, per poi abbandonarci nel dubbio di cosa volesse raccontarci e perché abbia scelto di farlo così.
Proprio mentre si abbandona il cortile della reggia dove il tutto era allestito, la parte più razionale del nostro essere realizza che questi due aggraziatissimi personaggi hanno girato su loro stessi, quasi ininterrottamente, per più di venti minuti, mostrando una resistenza incredibile.

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Der Lauf di Les Vélocimanes Associés

Belgio - Scena IN

giocoleria - durata 55'

I piatti, dopo una prima spinta, cominciano a roteare in equilibrio su un’asticella. Ruotano, ruotano, ma ci si accorge che uno di questi – sette, in totale – sta per cedere e cadere. Infatti, cade. Ne cade anche un altro, fragorosamente. Com’è possibile? Il numero, di per sé, è elementare per un artista circense. Certo, se questo mago non avesse un secchio di latta a coprirgli il volto, probabilmente nulla si romperebbe. Intanto, un altro piatto si è frantumato in mille pezzi. Allora, eccola, la prima timida vocina: il cinque il cinque! L’uomo “incappucciato”, che non vede, ma sa contare, si precipita alla postazione cinque. Il piatto è salvo e, ora, è tutto chiaro: il pubblico può salvare non solo i piatti, ma l’intero spettacolo.
Mi trovo ancora indecisa se ritenere Der Lauf dissacrante nei confronti delle performances di questo tipo o provocatorio per il pubblico. Ciò che unisce questi due poli, comunque, è celebrazione dell’errore: è stato proposto uno spettacolo in cui, paradossalmente, più sono gli sbagli e più il meccanismo funziona.

Inextremiste di Cirque Inextremiste

Francia -Scena IN

 acrobatica, equilibrismo - durata 50'

Già con Extrêmités, visto l’anno scorso sempre a Tutti Matti, il Cirque Inextremiste ci ha abituati alla tensione, a numeri in cui trattenere il fiato  fino all’ultimo. È il loro modo di giocare con il pubblico il rendersi il meno possibile credibili e poi, con vere e proprie esplosioni, rivelare numeri volutamente traballanti, ma, allo stesso tempo, molto studiati e precisi. In Inextremiste il protagonista è un fuggitivo dedito alle esplosioni che, però, non vuole lasciare questo mondo prima di aver portato a temine la sua missione. Tra cavi elettrici, salti letteralmente quasi mortali, candelotti a mo’ di sigaro e persone tra il pubblico che prendono accidentalmente fuoco, la performance riesce, ancora una volta, a trattenere tutti nell’incredulità.

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Hanger? di Mario Levis

Italia - Scena OFF

clown, giocoleria - durata 30'

Hanger? Appendiabiti? Sì, a un occhio distratto potrebbe sembrare solo quello, una gruccia. Invece no, Mario Levis trasforma questo semplice oggetto in soggetto del proprio numero: ci danza, ci gioca, diventa una pistola per un duello amoroso. Questa metamorfosi ci potrebbe voler insegnare a non dare nulla per scontato, perché non si conosce la riserva di allegria che anche gli oggetti più banali e comuni possono celare dietro il loro normale uso. Mario Levis riesce a mettere tutti d’accordo, dai più grandi ai più piccoli, intrattenendo il pubblico e coinvolgendolo in modo spontaneo ed efficace.

Flora di Duo Kaos

Italia, Guatemala -Scena IN

 acrobatica, equilibrismo, danza - durata 50'

Ho visto una foresta, con il suo denso fogliame; due amanti che si rivedono dopo tanti anni; ho sentito la voce di Edda Dell’Orso che intona Once upon a time in the West; c’era anche un film di De Sica. Flora è un insieme di tante visioni, contrastanti o combacianti, è un puzzle da ricostruire senza l’immagine di riferimento, perché è ogni singolo spettatore a creare la propria, di figurazione. La compagnia Duo Kaos, unendo la danza a numeri acrobatici, ha tradotto questi elementi nella possibilità di inventare infinite storie sopra gli eleganti movimenti degli artisti. Come ci è stato preventivato, lo spettacolo è ancora in fase di costruzione, frutto di una residenza dove è nato come primo studio: non capita tutti i giorni di assistere ai bozzetti e mi piace pensare che, tra qualche mese o anno, Flora abbia deciso che storia raccontare oppure che regali altri infiniti magnifici sogni.

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Appuntamento al buio di Niandra

Italia - Scena OFF

fuoco - durata 30'

Gli scienziati non l’hanno ancora confermato, ma siamo nell’era di Tinder, quella degli appuntamenti al buio illuminati da piccole o grandi vampe di fuoco. Con la spontaneità e la leggerezza tipiche del clown, Niandra porta in scena un piccolo ritaglio della società di oggi che, allo stesso tempo, può intristire o far sorridere: la questione della solitudine, quali possono essere i mezzi per contrastarla - forse proprio l’app Pinder, come la chiama Niandra?  – e decidere se farsi abbattere da essa o se affrontare i dogmi che ci vorrebbe tutti sistemati e sistemate. Nonostante la drammaturgia sia minimale, essa mette in risalto e accompagna le tecniche circensi, guadagnandosi un punto di forza e un’attenzione in più verso il pubblico: non si crea semplicemente un’attesa per il grande numero, ma si consente di immaginare un’altra storia al di là della pirotecnica. Niandra incendia l’atmosfera con i suoi effetti pirici e il calore del fuoco che sfiora appena i nostri volti ci fa sentire parte del suo disegno e della sua immensa resistenza fisica.

Floreo di Silvia valenti

Italia -Scena OFF

 acrobatica aerea, ruota cyr, trampoli - durata 40'

Il bouquet di Silvia Valenti è composto da fiori rarissimi e molto delicati, perché ogni bocciolo racchiude una storia di coraggio: quella di Millo, di Grace, di Amelia e, infine, quella di Maria. Quattro donne, di paesi ed epoche diversi, ma accomunate dall’intraprendenza, dal desiderio di abbattere i muri che, da sempre, le hanno tenute segregate. Millo Castro Zalldariaga divenne la prima suonatrice di tamburi, pratica preclusa alle donne nella Cuba degli anni Trenta; Grace O’Malley fu una piratessa, la prima; Amelia Earhart sorvolò gli Stati Uniti, senza scalo (e sì anche lei era la prima donna a compiere quest’impresa!); mentre Maria Reiche, la Signora delle linee, fu la prima a scoprire e a studiare le misteriose linee di Nazca. Tutte prime in un mondo che le ha sempre considerate ultime…
Il lavoro di Silvia Valenti è stato unire questi racconti di forte ispirazione alle tecniche circensi da lei praticate per rendere ancora più vivo e immaginifico il suo piccolo momento di narrazione. Il racconto di Millo con la ruota, Grace tra le funi del trampolino, Amelia vola con i tessuti e Maria osserva la terra dai trampoli. E noi come lei, anche se dal basso, veniamo, rapiti dai racconti.

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concerti

CONCERTI

crediti

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MDR - LOS GALINDOS

Idea e regia Bet Garrell e Marcel Escolano creazione e interpretazione Anicet Leone, Gabriel Agosti and Marcel Escolano   produzione esecutiva e distribuzione Caterina Fiol produzione Los Galindos 

 

CHACUN SES RÊVES - CIRQUE BIDON

regia François Rauline - Bidon
con Taran Redshaw, Eléna Perrain, Daniele Blangetti, Simon Martin, Aivjà Pezza, Luna Simon Martinez, Silvia Scantamburlo, Béatrice Franzino, Camille Derijard, Sara Masi, tecnico di palco Yves Civel, fonico e tecnico luci Vincent Maire, produzione Cirque Bidon (FR) e Teatro Necessario Circo - centro di produzione di circo contemporaneo (IT)

GUSTAVO LA VITA - ANDREA FARNETANI

scritto e diretto da Andrea Farnetani
con Andrea Farnetani

 

CONCRETE 00 - TRIOCIRC

acrobata e porteur Lorenzo Rossi,

trapezista Paola Asiby Caruso

acrobata e porteur Paolo Tonezzer 

​

 

THE PERCHÉ - PRISE DE PIED

Di e con Saïlen Rose e Benoît Héliot

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YIN ZERO - MONAD

Con Van Kim Tran e Cyrille Humen

DER LAUF - LES VÉLOCIMANES ASSOCIÉS

progetto e giocoleria Guy Waerenburgh

giocoleria e direzione scenica Baptiste Bizien sguardo esterno Eric Longequel 

luci Julien Lanaud

 

HANGER?- MARIO LEVIS

di e con Mario Levis

 

APPUNTAMENTO AL BUIO - NIANDRA

 di e con Valeria Di Felice

 

FLOREO - SILVIA VALENTI

di e con Silvia Valenti​

co-regia Roberta Cipollone

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INEXTREMISTE - CIRQUE INEXTREMISTE

 InExtremiste è una creazione del circo Inextremiste.
Direttore: Stéphane Fillloque, François Bedel, Yann Ecauvre
Interpretazione: Yann Ecauvre (o Rémi Bézacier)
Direzione generale: Julien Michenaud

 

FLORA - DUO KAOS

progetto NICE23 - Boarding pass plus

un progetto di Duo Kaos / ARCA

immaginario e coreografie Giulia Arcangeli, Luis Paredes Sapper

Articoli di
Claudia Burzoni
oca, oche, critica teatrale
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