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Teatro Altrove

2013 - 2018? 

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Il 4 ottobre 2018 compare un comunicato stampa sulla pagina Facebook dell'Altrove - Teatro della Maddalena per chiarire la situazione del teatro, di cui già parlava Claudio Cabona in un articolo su Il Secolo XIX ("Chiude il Teatro Altrove: «Abbandonati dalla politica»"). Alcuni membri delle associazioni coinvolte nella gestione del teatro avevano già salutato il proprio pubblico il 4 luglio - in occasione della chiusura di stagione 2017/2018 - dicendo che quel posto, così come l'avevano conosciuto, non ci sarebbe stato più: d'altra parte, per tutta l'estate e fino alla fine d'Ottobre sono stati portati avanti importanti lavori di ristrutturazione; ma in data 30 settembre l'ATS formata da Arci Belleville, DisorderDrama, Laboratorio Probabile Bellamy, Narramondo Teatro, Arci Genova, Arci Liguria e Comunità di San Benedetto al Porto decide di fermarsi: nessun cartellone artistico, nessuna stagione in programma.                                                                                                                                                                         

Spaventati dalla possibilità che questa chiusura divenga effettiva, che il Comune di Genova e l'assessore Grosso permettano un'altra sconfitta della cultura a Genova, sperando che il Teatro Altrove non venga abbandonato, noi della redazione dell'Oca abbiamo lasciato un paio di domande nella cassetta di questo piccolo palazzo della Maddalena e ci ha risposto Raffaella Tagliabue di Narramondo Teatro.

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"Tutto è nato nel 2013, dalla vittoria del bando di gestione dell'Altrove da parte di una rete di sette associazioni* che si è formata per idea e sotto la guida di Stefano Kovac (ARCI GENOVA//Ass.Culturale Belleville). Il progetto iniziale era basato su una gestione quasi interamente  volontaria di tutti i settori e le risorse che l’Altrove avrebbe offerto. Si voleva creare un polo multidisciplinare fra teatro, musica, cinema, cibo ed altre attività culturali, un presidio territoriale - nel difficile Sestiere della Maddalena - e un riferimento culturale e sociale per l’intera città. In questi cinque anni, non solo tutti questi obiettivi sono stati raggiunti, ma le scelte artistiche, culturali e sociali fatte, hanno permesso la crescita tanto della qualità dell’offerta quanto della quantità degli eventi proposti. 


L’Altrove si è impegnato nella promozione su scala cittadina e nazionale di eventi culturali, ha sostenuto progetti di altre associazioni e realtà - soprattutto legate al quartiere -, ha proposto numerosissime attività formative legate al cinema e al teatro - corsi, incontri e workshop con registi, attori e autori - e ha prodotto una parte consistente dei propri contenuti: dagli spettacoli  teatrali, alle proposte eno-gastronomiche, dalla programmazione radiofonica agli audiovisivi, dagli eventi tematici ai momenti espositivi. Tutto questo garantendo la fruibilità delle iniziative e il rispetto del quartiere: abbiamo cercato di applicare tariffe accessibili al nostro pubblico e di prevedere nel nostro programma anche eventi a contributo libero e non obbligatorio.


Negli anni la parte che ha subito più variazioni e ha sofferto maggiormente questa faticosa gestione volontaria è stata sicuramente il bistrot: ci ha costretti dapprima alla scelta di aumentare il numero dei dipendenti e, in ultimo, di escludere quella parte impegnativa e dispendiosa dall'intero progetto.               

E se da una parte l’assegnazione del contributo Performing Arts della Compagnia di San Paolo ci ha permesso di sostenere una programmazione teatrale di altissima qualità, per le ultime due stagioni, nutrendo il nostro pubblico vasto, occasionale o affezionato, di un'offerta diversificata, le istituzioni al contrario in questi cinque anni sono state particolarmente assenti. Non siamo mai entrati veramente nelle agende e nelle progettualità della Politica Culturale, né abbiamo ricevuto davvero il sostegno e le agevolazione promesse.  Anzi le nostre richieste d'aiuto, iniziate già due anni fa, sono rimaste inascoltate o non risolte.


La scelta di chiudere è stata - ed è - una scelta faticosissima, in quanto nessuna delle associazioni avrebbe voluto sospendere le proprie attività e il progetto collettivo, ma sono le fatiche gestionali, l’enorme mole di energie investite, le difficoltà economiche - di cui purtroppo dovremo rispondere di tasca nostra - e il silenzio delle istituzioni ad averci costretto a questa scelta. 


Da diverso tempo cerchiamo di capire se e come potrebbe essere rimodulata la nostra gestione ma paletti burocratici e troppe domande senza risposta rendono difficili decisioni e cambiamenti. La nostra gestione è stata forse azzardata e complessa ma ha offerto al pubblico - al quartiere e alla città - un luogo aperto 7 giorni su 7, con un calendario di eventi ricchissimo e variegato.  Se in cinque anni siamo costati al Comune - compreso il finanziamento per la Stagione Teatro - poco più di 40 mila euro, che tipo di valore abbiamo avuto?
Ci vuole poco a capire che la proporzione è assolutamente e scandalosamente iniqua e che se l’Altrove dovesse restare chiuso il quartiere e la città perderebbero un luogo di grandissimo valore sociale e culturale e artistico.
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*Ass. Cult. Belleville, Ass. Disorderdrama, Ass. Probabile Bellamy, Ass. Cult. Narramondo, Arci Genova, Arci Liguria, Comunità di San Benedetto al Porto

oca, oche, critica teatrale
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