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  • Claudia Burzoni

The Barnard Loop | Il dilemma del reale

«Sapeva che il suo obbligo immediato era il sonno»: questo inciso è tratto dal racconto breve di Jorge Luis Borges, Rovine circolari, dal quale The Barnard Loop ha liberamente preso spunto e che risulta essere la chiave – o almeno, una tra molte – con cui aprire il “forziere” di questo spettacolo fatto di misteri, inganni e illusioni.

L’ultimo lavoro di DispensaBarzotti si pone in continuità con l’indagine che la compagnia porta avanti da ormai sette anni: un teatro di figura capace di mettere in discussione i canoni della percezione del pubblico. I rapporti tra umano e non umano, tra animato e inanimato, tra realtà e magia, tra reale e illusorio vengono sviscerati tramite i linguaggi del teatro di marionette, della danza e del mimo, per approdare a un teatro fisico e visivo.


Coprodotto da DispensaBarzotti e Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti, The Barnard Loop viene presentato nell’ambito di Tutti matti sotto zero, festival internazionale di circo contemporaneo e di magie nouvelle realizzato da Teatro Necessario e Grand Circus Hotel, in programma a Parma dal 3 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022 (settima edizione). Inoltre, The Barnard Loop è stato realizzato all’interno del progetto europeo Boosting European Trends and Artists in Circus Arts, co-finanziato dal Programma Europa Creativa dell’Unione Europea, un’iniziativa che lavora per sviluppare una nuova visione europea del processo creativo di artisti circensi emergenti, con particolare attenzione ai paesi che difettano di un’educazione circense di alto livello.



Nella scena iniziale, Barnard, interpretato da Francesco Napoli, è steso sul proprio letto, tutto intento a cercare di dormire . Scopo non impossibile da raggiungere, ma di certo non facile per il nostro personaggio, che viene continuamente risvegliato da rumori improvvisi, come lo sgocciolio di un rubinetto, una sveglia “impazzita” o il rosicchiare dei topi. Sebbene in un primo momento questi rumori ci appaiano reali, con lo scorrere del tempo ci cominciamo a chiedere se essi non siano il frutto della fantasia di una persona nevrotica, disturbata e logorata dall’insonnia; ma soprattutto ci interroghiamo sull’effettiva esistenza dello stesso Barnard.

Infatti, dopo un’innumerevole sequela di situazioni surreali, il protagonista «con sollievo, con umiliazione, con terrore [comprende] che [è] anche lui una parvenza, che un altro [sta] sognandolo» Così, inserito in una realtà non più materica ma onirica, le azioni e l’esistenza di Barnard acquistano finalmente un senso, quel senso che durante l’intero spettacolo ci è sfuggito . Egli non è altro che l’«Adamo di sabbia» di chi lo sta sognando e, perciò, una figura destinata a dissolversi con il sopraggiungere della veglia.


Il cosiddetto “anello di Barnard” è una nebulosa appartenente alla costellazione di Orione, scoperta in tempi recenti e di cui si conosce poco o nulla: ecco, nuovamente, una realtà “annebbiata”, che siamo in grado di scorgere, ma non di vedere nitidamente e, tanto meno, di comprendere, proprio come quella del protagonista. L’intento degli autori – Alessandra Ventrella e Rocco Manfredi - è proprio quello di non fornire risposte certe, di lasciare ad ogni spettatore la possibilità di creare un’interpretazione non univoca, ma aperta a ogni possibile cambio di prospettiva.

The Barnard Loop si fonda, infatti, sull’utilizzo della cosiddetta “magie nouvelle”, dove la magia viene liberata dal repertorio classico e stereotipato ed è piuttosto intesa come vero e proprio linguaggio. Da qui nasce uno spettacolo privo di parole, ma in grado di comunicare tramite straordinari momenti di puro illusionismo (resi possibili dal personaggio “fantasma” interpretato da Rocco Manfredi), mettendo in scena un teatro dell’assurdo contemporaneo, che non aspetta più Godot, ma lo rende una presenza viva, una “burattinaio” invisibile: se nel capolavoro di Beckett, Estragone e Vladimiro sono in balia dell’attesa, che li porta ad avere dialoghi e a compiere gesti “assurdi” senza mai incontrare fisicamente Godot, Barnard è, invece, ostaggio di un Godot che non si accontenta più dell’essere atteso, ma che, al contrario, si diverte a confondere il protagonista con le più spietate e assurde “magie”.



Elementi di pregio: oltre ai già citati giochi illusionistici, vera essenza di questa giovanissima compagnia, l’intero spettacolo, pur senza l’aiuto della parola, mantiene stabili i livelli di concentrazione, di stupore e di immedesimazione del pubblico, puntando anche su un’ironia clownesca di altissimo livello.


Limiti: questa performance è a tutti gli effetti un “limite”, perché non si comprende e non vuole essere compresa fino in fondo. Gioca sullo sforzo dello spettatore a lasciare sospesi dei grossi punti di domanda che, molto probabilmente, non otterranno mai una risposta. In questo caso, perciò, il limite è da trovare dentro di noi, non nello spettacolo in sé.


Visto il 17 dicembre 2021 al Teatro delle Briciole di Parma.


Crediti


ideazione e scrittura Alessandra Ventrella e Rocco Manfredi

regia Alessandra Ventrella

con Francesco Napoli

régie plateau e scenografia Rocco Manfredi

realizzazione scene Paolo Romanini

sound design Dario Andreoli

supporto logistico Cie Les Karnavires

un ringraziamento speciale a Émilie Rault, AragoRn Boulanger, Luis Carr, Julien Lemmonier, Amandine Buixeda, Mathilde Letteron e Emiliano Curà

fotografie: Francesco Cibati


coproduzione DispensaBarzotti e Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti

con il sostegno di Théâtre e Laboratory Sfumato (Sofia), Centro di Residenza della Toscana (Armunia- CapoTravel/Kilowatt), Officine CAOS

residenze artistiche Carrozzerie | n.o.t., Roma, Ville de Billom, FAP-Fondazione Aurelio Petroni San Cipriano Piacentino, Théâtre de Cuisine – Friche la Belle de Mai, Marseille, Le CIAM – Centre International des Arts en Mouvement, Aix-en-Provence, Ax-Animation, Ax Les Thermes, Pôle Jeune Public, Le Revest Les Eaux, Archaos, Pôle National Cirque, Marseille.


Progetto vincitore del concorso «Odiolestate 2018», Carrozzerie | n.o.t – Roma

Menzione speciale al festival «Tendenza Clown 2019» - Milano

La compagnia è accompagnata dall’associazione “Les Têtes de l’art”




oca, oche, critica teatrale
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