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Francesca Torre

Trascendi e Sali - Come guardare la realtà da un altro punto di vista


Nonostante Alessandro Bergonzoni ci abbia abituato a una peculiare cifra stilistica, anche questa volta il grande comico bolognese non manca di stupirci. In Trascendi e Sali, l’artista si presenta al pubblico in posizione sopraelevata dove, mostrando i soli piedi, esorta gli spettatori a intraprendere una salita ascetica verso un mondo nuovo, fatto di divertenti giochi di parole. Proseguendo poi con una discesa incerta e soffermandosi a lungo al centro della scena, in un andirivieni frenetico, come frenetici sono i suoi divertissement linguistici, incanta lo spettatore coinvolgendolo in una divertente narrazione onirica.

Difficile cogliere i nessi delle frasi che compongono questo vero e proprio labirinto. Come in altri spettacoli dell’artista bolognese, chi ascolta deve abituarsi sin da subito a ricucire mentalmente una drammaturgia frastagliata che da un lato invita alla risata e dall’altro lancia sottili quanto pungenti riferimenti all’attualità, obbligandoci a riflettere: Bergonzoni cita Regeni, Cucchi, i migranti (da manuale quanto bruciante la battuta: «Ma le verità che vengono a galla sono i migranti? Su questa questione dobbiamo andare a fondo, noi, non loro»).

La sua performance si ripete secondo uno schema fisso: la verve parolistica prende le mosse dalle convenzioni del linguaggio, invitando implicitamente lo spettatore a riflettere sul significato dei modi di dire e luoghi comuni utilizzati nel linguaggio quotidiano. Le stesse convenzioni linguistiche di cui si serve Bergonzoni per innescare una vera e propria drammaturgia che procede senza soluzione di continuità a comporre un mosaico solo in apparenza privo di logica.

Il ritmo incalzante è rotto solamente dai continui applausi a scena aperta, magistralmente coordinati dal mattatore Bergonzoni che, conoscendo molto bene i meccanismi del teatro, sfrutta la propria gestualità corporea e vocale e, come un vero e proprio sciamano, riesce ad accendere l’entusiasmo del pubblico.

Su una scena minimalista costruita dallo stesso Bergonzoni, ogni elemento è piegato a esigenze specifiche della narrazione e scandisce i diversi momenti dello spettacolo.

Uno one-man-show ancora una volta riuscito quello andato in scena al Politeama Genovese in una prima gremita.

Pregi: il connubio tra risata e riflessione. Una poetica geniale, che non ha perso forza negli anni

Limiti: «non c’è limite al saggio» (Alessandro Bergonzoni)

Visto al Politeama Genovese il 19/01/2019

di e con Alessandro Bergonzoni

Regia: Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi

Scene: Alessandro Bergonzoni

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oca, oche, critica teatrale
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