«A me la montagna non è mai piaciuta. Non so sciare. Non ho mai fatto la settimana bianca. Ho paura della pendenza; e se mi mettessi gli scii ai piedi temo che crollerei in un attimo perché non saprei come muovermi. Ma della montagna mi piace l’abbigliamento a strati, quando piano piano scopri quelle magliette termiche mentre bevi la grolla. Mi piace il rossore che ti procura il freddo senza bisogno di fard per le guance. E poi mi piace il vin brulé, le sdraio sotto il sole e il segno degli occhiali alla Gustav Thoeni. E se mi eclissassi totalmente?»
Avviene così il primo contatto con Chiara Taviani, inviandole dieci righe di motivazione per partecipare al laboratorio che insieme a Emanuela Serra avrebbe tenuto in vista della IV edizione della rassegna Resistere e creare e indirizzato a un gruppo tutto al femminile. Esito del laboratorio? Andare in scena insieme durante la rappresentazione del loro spettacolo Total Eclipse, un lavoro – ci racconterà Chiara – nato inizialmente dall’incontro con Marion Alzieu e poi proseguito e creato con Emanuela Serra con cui Taviani condivide un percorso di performer all’interno della compagnia Balletto Civile.
«Immersione, buio ed emersione. Sono queste le tre fasi che vi dovete immaginare per accoglierci lassù dove noi arriveremo. Immaginate la vostra come una comunità di cucitrici che conosce questi passi da sempre per tramandarli a chi arriva».
Mentre Chiara parla della genesi e dell’intenzione di questo loro pensiero, consegnato con immensa fiducia a delle sconosciute che nell’arco di 4 giorni avrebbero dovuto farlo proprio, realizzo immediatamente una domanda: può uno spettacolo essere raccontato prima di essere visto? Spiegato prima di essere agito? Si, se la missione è chiara (scusate il gioco di parole) tutto questo è magicamente possibile.
Ed è questa magia, questo scarto surreale, dato da un paesaggio onirico reso dalla nebbia creata dal fumo di scena, a far apparire come in un film a più piani, una strana comunità al femminile pronta ad accogliere le due viandanti danzatrici che, dopo essere passate da scontri e confronti tra fiaba e tragedia, arrivano lassù, accolte da tutte noi, vestite come in procinto di salire su uno skilift per fare scii di fondo, pronte a imparare il rito per essere accettate.
Mi viene in mente Forza Maggiore, un film in cui una valanga cambiava il corso delle vite dei protagonisti, e non sono sola ad avere alcuni richiami cinematografici per chiarire ancora meglio le leggende e gli episodi di questo spettacolo che passa con ironia da una principessa scoperta da un monaco a usare il cellulare a due giocatrici di tennis in competizione nell’allenamento. Taviani e Serra usano il cinema come racconto dove tutto può parlare anche senza essere visto: mischiano Funny games con Melancholia, la grazia e l’ironia, la leggerezza e l’illuminazione. E fanno danzare noi che osiamo andare in scena dopo solo 4 giorni per far suonare la musica e il fruscio delle nostre giacche ingombranti e rimbombare il passo degli scarponi pesanti.
Senza retorica, pur raccontando di fratture nelle relazioni e della possibilità di ripararle: l’ironia, come un ago usato per rammendare ciò che deve essere tramandato, punge, è forse la cosa che punge di più. La puntura di quando non si capisce completamente qualcosa, ma si agisce lo stesso.
TOTAL ECLIPSE di Chiara Taviani con Emanuela Serra e Chiara Taviani.
Disegno Luci di Violeta Arista in collaborazione con Compagnie Ma’ di Marion Alzieu con il sostegno di UOT Parma, Pim Off Milano e Residenza produttiva di Carrozzerie n.o.t Roma e con il supporto di Balletto Civile/ Michela Lucenti e FuoriLuogo La Spezia.
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