top of page
  • Massimo Milella

A.R.E.M.


A.R.E.M., acronimo di Agenzia Recupero Eventi Mancanti, è il titolo dello spettacolo della Compagnia Elena Vanni con cui l’Altrove ha inaugurato la stagione teatrale 2017/2018. Il dispositivo drammaturgico è una sorta di “gioco” basato sulla collaborazione del pubblico chiamato a scrivere un proprio ricordo su un bigliettino consegnato all’ingresso, un “evento mancante” che vorrebbe “recuperare”. Il ben assortito gruppo di attrici, dalla solida capacità improvvisativa, estrae poi a sorte alcuni di questi biglietti e li legge, tentando di metterli in scena, all’impronta, di fatto senza scenografia e manovrando autonomamente le luci a seconda delle esigenze sceniche relative al ricordo da rievocare.

E per far funzionare il “gioco” di A.R.E.M. è sufficiente l’instancabile energia creativa delle attrici, autentiche atlete della tecnica dell’improvvisazione, dotate di un’inventiva empatica, brillante, coinvolgente.

Nel mettere in scena un ricordo in pochi minuti, naturalmente senza conoscere nulla della persona che l’ha scritto, le quattro interpreti - tra le quali spicca Elena Vanni, anche autrice - prediligono sviluppi drammaturgici comici ma, a seconda dei casi, non disdegnano di avventurarsi in toni più romantici e onirici.

Quasi mai, tuttavia, la scena si incupisce nella tinta fosca del dramma, dopotutto è naturale, A.R.E.M. ha una vocazione leggera, è una composizione rassicurante di un tessuto collettivo in cui il ricordo personale viene condiviso al netto dello struggimento, del difficile, dell’inesprimibile.

In scena deve restare solo il gioco, la trasformazione drammaturgica, il trasformismo delle attrici, tutti elementi che mettono al bando ogni eventuale dubbio destabilizzante.

Così, se al tentativo di corteggiamento del timido ricercatore fa eco la cena romantica di una ragazza con un appassionato di ciclismo, ecco che l’improvvisa evocazione di un vero e proprio rapimento, che porta con sé il peso di un’esperienza biografica piuttosto ingombrante, rende manifesto l’unico vero limite di A.R.E.M., ovvero l’impossibilità di tradurre un fatto crudo e ostico nella leggerezza dell’approccio scelto.

Sia in scena che in sala viene naturale chiedersi per quale motivo qualcuno abbia voluto condividere un ricordo così terribile. Perché volerlo “recuperare”?

La faticosa improvvisazione di questo episodio rende piena giustizia al valore delle interpreti ma la materia incandescente di alcuni ricordi non può che porre una questione estetica al senso stesso di A.R.E.M. e al pensiero che l’ha prodotto: restare un gioco o diventare altro, accettando in pieno ogni sfida emotiva offerta dal pubblico?

Elementi di pregio: la straordinaria capacità improvvisativa delle attrici in scena; la semplicità che funziona.

Limiti: se il ricordo proposto dal pubblico si presta poco alla leggerezza dell’approccio delle attrici, ne minaccia fortemente la tenuta scenica.

A.R.E.M.

Agenzia Recupero Eventi Mancanti

di Elena Vanni e Raimondo Brandi

produzione Compagnia Elena Vanni

Visto al Teatro Altrove il 27 ottobre

oca, oche, critica teatrale
bottom of page