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  • Marco Gandolfi

Carnet Erotico | Nascosto in piena vista


Esplorando tre modalità di erotismo, Francesca Zaccaria apre - letteralmente - le danze della V edizione di Resistere e Creare, rassegna internazionale di danza firmata da Michela Lucenti e Marina Petrillo. Suddiviso in tre momenti giustapposti e legati dal filo rosso dell’esplorazione, questo Carnet Erotico, partendo da un’ambizione antologica finisce per (ri)esplorare classicamente il nesso Eros/Thanatos che è posto a fondamento della visione Occidentale dell’uomo. Anzi esplorandone la continua rimozione e la costante rivelazione, ci invita implicitamente a sentire in questa disgiunzione il fulcro della “nostra” visione.

La marcia funebre che apre musicalmente il primo atto non potrebbe essere più esplicita. Immersa in una oscurità rotta da una fioca luce, Zaccaria siede su un trono circondato da una sorta di baldacchino. Da questa posizione sostanzialmente statica proietta, seguendo lascamente le indicazioni della musica, una serie di pose che focalizzano la nostra attenzione su una parte e l’altra del suo corpo. Questa sorta di esplorazione geografica, un mappa soffusa di erogeneità, è governata dall'esposizione luminosa: i movimenti della danzatrice rivelano via via porzioni del corpo, isolandole dal resto. Questa mutilazione trasmette il senso di feticizzazione di una parte per il tutto, il lugubre riduzionismo di un erotismo che rilascia energia senza acquietarla.

Inquietanti e bellissime, le pose si giustappongono fino a diventare sempre più esplicite. La ballerina rimane a seno nudo per qualche minuto, poi indossa delle deformi protesi mammarie di grottesca fattura che torneranno protagoniste in seguito. L’azione si ferma, Zaccaria si alza in piedi, si riveste nell’angolo accanto al trono e la sospensione si protrae per qualche secondo oltre il necessario, come a voler riflettere e mettere a fuoco quanto si è visto.

La seconda parte dello spettacolo è quella con i connotati più “usuali” di danza. La protagonista si muove con grazia su una partitura elettronica di timbro, ritmo e volume crescente. Nell’alternanza dei movimenti e dei richiami stilistici l’erotismo si è solo apparentemente perso di vista: non sta forse nella composta e misurata espressione del corpo, continuamente presente e armonizzato nei gesti? Non è forse integralmente parte della normale postura espressiva della forza vitale che anima questo movimento, ogni nostro movimento?

Nel terzo quadro il riferimento iconografico muta nuovamente. Zaccaria indossa una maschera demoniaca dalle assonanze orientali e una lunga parrucca biondo platino. Grottesche protesi coprono i seni e la zona pubica. La sensazione è di assistere, attraverso una lente distorcente, alla rappresentazione più animalesca e infernale dell’erotismo, il cui percorso si conclude arrivando nuovamente al trono da cui era partita all’inizio; ma solo dopo una lenta processione illuminata da una luce rossastra e punteggiata dal contrappunto della striscia di LED che illumina il contorno degli organi genitali. Sul trono la ballerina alterna una serie di pose più sessualmente esplicite: le protesi e le luci deformano il corpo, la sensazione risultante oscilla tra la parodia e l'inquietudine. Zaccaria sembra muoversi nel territorio di Cindy Sherman: attraverso la maschera e la deformazione vuole illuminare una delle mille varianti dell’erotico, qui forse fondendone più d’una assieme: l’orrore del corpo spesso contrabbandato sotto una perfezione disumanamente irraggiungibile e deformante, la segregazione dell’istinto in un reame di demoniaco e animalesco da cui fuggire per non prendere coscienza della vera natura della corporeità umana. Seppur completamente diversa nei toni apparenti, questa sequenza richiama la sostanza dell’apertura: la marcia funebre che evidenzia la polarità negativa del rapporto Eros/Thanatos.

Mostrando alcune declinazioni della forma erotica Zaccaria assembla uno spettacolo di buona fattura in cui sono rispecchiate tendenze inconsce del nostro sguardo di spettatori cresciuti in un’epoca che fa dell’esibizione del corpo, e della sua contemporanea rimozione di senso, un dogma inattacabile. L’epoca in cui l’erotismo è costantemente a disposizione - in un’esorbitante e totalizzante mania di fruizione virtuale - è anche l’epoca in cui la rimozione totale del suo nesso con la morte è più definitivo e quindi votato al completo fallimento. Immerso in questa corrente di significato Carnet Erotico è un fine contributo, cesellato nella sua circoscritta ma approfondita esplorazione, che ha il pregio di parlare chiaro.

Carnet Erotico

Progetto Francesca Zaccaria

Idea, Coreografia, Interpretazione Francesca Zaccaria

Musica Originale Crayon Made Army

Costume Di Nudo Marco Bottino, Eva Pollio

Realizzazione Scene Paolo Morelli

Disegno Luci Aldo Mantovani, Andrea Margarolo

Produzione Aldes

Con Il Sostegno Di Mibact - Ministero Per I Beni E Le Attività Culturali E Del Turismo / Direz. Generale Per Lo Spettacolo Dal Vivo, Regione Toscana / Sistema Regionale Dello Spettacolo Grazie A Teatro Dell’Archivolto Di Genova

oca, oche, critica teatrale
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