Nella calda cornice della sala Fucine delle OGR (Officine Grandi Riparazioni) di Torino è stato presentato il terzo appuntamento della prima stagione coreutica Moving bodies, open your mind - Una nuova stagione spettacolare firmata EgriBiancoDanza, compagnia di Danza contemporanea, nata proprio nel capoluogo piemontese oltre vent'anni fa.
In scena, in prima assoluta, lo spettacolo Einstein the dark matter elaborato dopo un percorso di residenza artistica nella primavera del 2021. Due le voci che orchestrano il debutto: Raphael Bianco, co-direttore - insieme a Susanna Egri - e coreografo residente della Compagnia Egribiancodanza e Andrea Giomi, musicista elettronico, sound artist e ricercatore.
Il corpo di cinque ballerini con versatilità eccelsa si snoda in uno spazio tetro, aleggiante in una nebulosa. La musica in scena è una componente aggiuntiva. Come osserva lo stesso protagonista, il ballerino Vincenzo Criniti, in un video di presentazione dello spettacolo sui canali social di OGR, questa richiede una sinergia particolarmente profonda fra i diversi danzatori, per la sua natura di "stimolo" e "ostacolo" al tempo stesso. Quello che si crea è una continua composizione e scomposizione articolata da passi, gesti, sguardi incessanti e necessari. Si rende permeabile la realtà: in una logica che dà senso al tempo e spazio all’azione. Si esteriorizza ciò che non si può vedere: il silenzio; lo si cattura dagli impulsi che i sensori, presenti sul ventre e sul polso del protagonista, emettono. Ogni movimento ritma i passi di scena. Si fa attenzione allo slancio generativo di vibrazioni sonore. Un moto ondoso azionato dal corpo mediante l’ausilio di queste tecnologie che desta curiosità e attenzione nello spettatore. Un terzo sensore, nascosto, filtra il suono vibrante e crescente dei movimenti di scena, è come un eco.
Il corpo è al servizio dello spettatore, lo guida in quelle che sono spinte endogene ed esogene volte a smantellare l’unico elemento di scena: un cubo, grigio, centrale che funge da sfondo. Si ha voglia di toccarlo, percorrendo il trasporto degli stessi ballerini che si serviranno dello stesso per costruire nuove prospettive. Non sarà più un elemento centrale, ma si moltiplicherà, diventando, presto, una serpentina sul quale appoggiarsi e nascondersi, creando un gioco di luci e ombre che i diversi ballerini animeranno. Decomporre per comporre la materia con movimenti, luci e suoni. È un omaggio al genio di Albert Einstein attraverso corpi sinuosi che scandagliano il concetto di spazio. Un disegno, sonoro, che riguarda tanto la relazione tra i performer quanto il rapporto con il pubblico, un graffio delicato che fa scivolare via l’ultimo passo.
Limiti:
Lo spazio delle Fucine, per quanto affascinante nel suo complesso, appare limitativo alla visione della performance, essendo rialzato. Lo stesso però, non è una scelta stilistica, ma necessaria, dettata da esigenze di contingentazione e sicurezza dell’ente che ospita la rassegna: le OGR.
Elementi di pregio:
La decostruzione dei movimenti cattura lo sguardo dello spettatore più incredulo. C’è una sensibilità, raccolta. Si scandaglia il concetto di spazio, omaggiando un gran genio Albert Einstein.
Visto il 10 Settembre
Ideazione e coreografia: Raphael Bianco
Assistente alla coreografia: Elena Rolla
Interaction sound design: di Andrea Giomi
Luci: Enzo Galia
Scenografia: Massimo Voghera
Danzatori: Fabio Cavaleri, Vincenzo Criniti, Cristian Magurano, Francesco Morriello, Neil Höhener
Durata: 1 h
Produzione: Fondazione Egri per la Danza
Con il sostegno di: MIC - Ministero della Cultura, Regione Piemonte, Fondazione CRT, TAP - Torino Arti Performative
In collaborazione con: Teatro Il Maggiore Verbania, Teatro Franco Parenti Milano
Media partner: KLP Teatro
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