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  • Silvia Cappuccio

La pietra stregata di Rhona | 4 illustrazioni per “Ghiaccio”

Effetto “Ghiaccio”

24 marzo, Teatro Gobetti, Torino. “Ghiaccio”. A fine spettacolo applaudo ma in realtà sono ancora sotto il ghiaccio. Intorno a me sento applaudire forte. Decido di associarmi: se lo sono meritati. Il giorno dopo mi accorgo che il processo di scioglimento ha funzionato, ma come un farmaco a rilascio prolungato.

Per quasi due ore sono stata faccia a faccia con la pedofilia, il male, il dolore di una madre, le agghiaccianti verità di un infanticidio. In una scenografia di cellophane (lo stesso materiale con cui la bambina, Rhona, viene soffocata) per quasi due ore si sono mossi spettri spaventosi. E l’immagine residua dell’orrore ci mette un po’ a dissolversi.


La pietra stregata di Rhona – 4 illustrazioni per “Ghiaccio”

Ho potuto disegnare alcune immagini solo il giorno dopo. Mi sono sentita un po’ come Clara Malaussene, il personaggio di Pennac che fotografa quello di cui ha paura.


Una ginestra spinosa rossa. Un piccolo teschio che la madre prende tra le mani, stupefatta della sua perfezione.


Un mostro. La bambina, da subito, è solo un impermeabile rosso.



Una condanna.



Una pietra con un buco dove si può vedere attraverso. La pietra stregata di Rhona.




“Ghiaccio” di Bryony Lavery

traduzione Monica Capuani, Massimiliano Farau

con Filippo Dini, Mariangela Granelli, Lucia Mascino

regia Filippo Dini

scene Maria Spazzi

costumi Katarina Vukcevic

luci Pasquale Mari

musiche Aleph Viola

aiuto regia Carlo Orlando

Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale

In accordo con Arcadia & Ricono Ltd per gentile concessione di United Agents LLP

oca, oche, critica teatrale
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