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  • Marco Gandolfi

La Bisbetica Domata | Rilettura e rivisitazione


Il secondo balletto della tappa milanese della tournée del Bolshoi è, sotto diversi aspetti, agli antipodi rispetto a La Bayadère. Non tanto perché si tratta di danza "contemporanea" (etichetta estremamente generica e quasi intrattabile) rispetto alla classicità del primo; e neppure perché l'ispirazione shakespeariana è assai lontana dall'esotismo raffinato dell'ambientazione indiana. L'elemento decisivo di lontananza tra le due produzioni sta nella struttura decisamente più narrativa di questa Bisbetica Domata. Lo scopo dichiarato di Jean-Christophe Maillot è mostrare una declinazione inaspettata, e probabilmente addirittura non prevista, della commedia di Shakespeare - trasformandola da scontro con una chiara gerarchia di potere tra i due protagonisti in una interazione molto più complessa e sfaccettata. Così se l'addomesticamento della bisbetica già dal titolo implica una chiara impostazione paternalistica, qui la donna non appare così dissimile dal suo supposto domatore, e sicuramente meno "in suo potere". E quella che originariamente era una sorta di satira completamente assimilata agli stereotipi del maschile e del femminile, non solo dell'epoca, diviene, se non un manifesto di eguaglianza, almeno una più complessa e probabilmente onesta radiografia dei rapporti sentimentali. La Caterina di Kristina Kretova è tutt'altro che bisbetica: nella dinamica del balletto viene svelato questo carattere di mascheramento: il comportamento imprevedibile e sgangherato fa parte di un programma di affrancamento dalla quotidianità insipida. Perché come Petruccio, il suo promesso sposo, lei non si accontenta di rapporti superficiali e vuoti. Lo svelamento reciproco è la vera seduzione: considerare il valore più alto essere scoperti da chi si ritiene degno di tale compito. Si potrebbe discutere se questa operazione di traslazione e rilettura dell'originale shakespeariano sia rispettosa o addirittura lecita. A giudizio di chi scrive non solo è entrambe le cose, ma anche un omaggio alla potenza e profondità del testo. È un modo per indagarne le pieghe nascoste, rielaborarne il messaggio e mettersi in dialogo con la storia delle rappresentazioni. L'averlo usato come base di un balletto ne esplora le potenzialità espressive in modo nuovo e sorprendente. La scelta della musica di Shostakovich si rivela per lo più appropriata . Le scene d'insieme più leggere sono accompagnate dai famosi grotteschi del compositore; mentre i più poetici adagio sono usati per le struggenti scene di intimità tra i protagonisti. Ma la scena coreograficamente più riuscita è quella dell'imboscata che sorprende i due sposini, organizzata da Petruccio per mettere alla prova la sua sposa. In questa un perfetto accordo tra musica, movimento, scenografia e narrazione mostra il meglio del balletto. Il grande merito del cast è quello di recitare ballando una versione intellettualmente elaborata di un classico shakespeariano, affascinando e divertendo. Solo alcune scene d'insieme danno la sensazione di voler strafare, in una sorta di bulimia espressiva. La scenografia spoglia e immacolata accompagna una narrazione limpida e ricca, che con l'economia muta dei movimenti della danza riesce quasi a raggiungere la capacità affabulatoria del testo originario. Elementi di pregio: riuscita rielaborazione del testo shakespeariano; grande capacità espressiva degli interpreti. Limiti: alcune scene d'insieme eccessivamente ambiziose; poco spazio lasciato ad alcuni personaggi minori che appaiono troppo abbozzati. Visto al Teatro Alla Scala Milano mercoledì 12 settembre 2018. Produzione del Teatro Bolshoi di Mosca Musica Dmitrij Shostakovich Direttore Igor Dronov Coreografia Jean-Christophe Maillot Assistente del coreografo Bernice Coppieters Scene Ernest Pignon-Ernest Costumi Augustin Maillot Assistente costumistaJean-Michel Laîné Luci e video Dominique Drillot Drammaturgo Jean Rouaud Cast Caterina Kristina Kretova Petruccio Denis Savin Bianca Anastasia Stashkevich Lucenzio Artem Ovcharenko Ortensio Alexander Smoliyaninov Gremio Vyacheslav Lopatin La Vedova Anna Balukova

oca, oche, critica teatrale
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