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Federico Pedriali

La Bella Addormentata | La tecnica per raccontare il mondo


La Bella Addormentata di Konstantin Rassadin, ispirata al capolavoro del balletto classico di Lev Ivanov e Marius Petipa, combina sapientemente arte teatrale e disciplina sportiva. L'elemento atletico del pattinaggio viene infatti integrato all'estetica di una danza narrativa e psicologicamente espressiva; il protagonista assoluto è l'asse del corpo, su cui la tecnicità del Balletto sul ghiaccio di S.Pietroburgo costruisce spirali,pirouettes,grand jetés, salti e prese a gravità zero. Per mezzo dei pattini le figure del balletto perdono la loro già eterea consistenza, assecondando la dimensione preziosa, magica e leggera del genere fiabesco: è questa, più di molti altri, un’efficace dimostrazione di come sia la tecnica a fornire elementi testuali, a definire tematiche e soprattutto a suscitare emozioni su chi guarda. A tal proposito vale la pena esaminare due degli elementi che rendono la Bella Addormentata su ghiaccio una vera e propria "magia" visiva: il primo è il rischio fisico; il secondo è la gestione dello spazio scenico.

Funge da ponte tra i due concetti il ghiaccio, altro aspetto fortemente tecnico nonché efficace catalizzatore di attenzione: il principio della performance all’interno di un contesto extra-quotidiano infatti - in questo caso un vero e proprio “handicap” ambientale - pone l'osservatore in uno stato di attenta apprensione, ovvero, come già esplicitato, nell'orizzonte d'attesa del rischio per chi agisce. C’è da aggiungere inoltre che la non convenzionalità dello spazio scenico accompagna efficacemente lo spettatore dentro un mondo altro: se infatti il corpo danzante, in condizioni "normali", percorre traiettorie in linea retta, seguendo l'asterisco delle otto diagonali, sul ghiaccio il movimento si fa circolare, morbido, ampio ma anche decisamente imprevedibile. L'effetto che investe lo spettatore è quello di continuo stupore, la testimonianza di prodezze fisiche incredibili tranne per chi, ovviamente, le pratica. Il senso di incredulità è quindi forse l'aspetto più affascinante di questa operazione teatrale, che insieme al controllo tecnico degli interpreti, ne scongiura continuamente la prevedibilità.

In tutto questo La Bella Addormentata non sacrifica nemmeno gli aspetti del movimento legati alla caratterizzazione dei personaggi: specificità e ricorsività di singole frasi coreografiche infatti distinguono quasi ideologicamente i buoni dai cattivi. Basti confrontare la partitura della Fata dei Lillà/Ekaterina Kostromina e della Strega Carabosse/Viacheslav Vodopianov: solenne e dignitosa, la madrina della principessa Aurora/Vera Osipenko compie ampi port de bras, movimenti ariosi e leggeri a scapito della forza esplosiva dei salti; la Strega Carabosse d'altra parte è violenta e impetuosa, legata a vorticose spirali verso terra e salti acrobatici. Per entrambe è irrinunciabile la componente gestuale, associabile agli aspetti più tipici del personaggio, come la risata del villain.

In definitiva, La Bella Addormentata mostra alcuni tra i possibili espedienti scenici per restituire al teatro, alla fiaba e al balletto una forza che lo spettatore fatica a ritrovare: lo stupore. E' interessante constatare come, nella costante ricerca contemporanea di novità, la magia dello spettacolo dal vivo possa provenire da un "ostacolo", dal ghiaccio che è sia un limite sia, come sempre in teatro, un'opportunità.

Pregi: la continuamente disattesa sensazione che i ballerini siano vicini all'infortunio, eccezionale abilità tecnica del Balletto di S.Pietroburgo.

Limiti: Costumi e parrucche meravigliosi ma puramente decorativi. Divertissement finale carnevalesco eccessivamente lungo.

La Bella Addormentata

vista al Teatro Carlo Felice il 2 febbraio

Musiche di

Pëtr Il’ič Čajkovskij

BALLETTO SUL GHIACCIO DI SAN PIETROBURGO

Coreografia, Konstantin Rassadin

Cast

Il Re, Aleksandr Zavatskov

La Regina, Inga Ragosina – Anastasiia Trifonova

La Principessa Aurora, Ekaterina Kostromina – Vera Osipenko

Il Principe Désiré , Oleg Iagubkov – Maksim Kudriavtcev

La fata dei Lillà, Ekaterina Kostromina – Aleksandra Igolkina – Evgeniia Cherpakova

Carabosse, Viacheslav Vodopianov – Iurii Pototckii, Daniil Pushkarev

La fata Tenerezza, Aleksandra Igolkina – Evgeniia Cherpakova

La fata Allegria, Mariia Stepanova

La fata Generosità, Ekaterina Filatova

La fata Canarino, Vera Osipenko – Anastasiia Gusarova – Iuliia Bespalova

Catalabutte, Sergei Golodnev – Oleg Kim

Pretendenti, Oleg Iagubkov – Maksim Kudriavtcev – Aleksandr Zavatckov – Oleg Kim – Igor Shelopaev

La fata Diamante, Kseniia Lavda

La fata Zaffiro, Ekaterina Filatova – Mariia Berezovskaia

La fata Oro, Nataliia Ivanova

La fata Argento, Iuliia Bespalova

La Gatta bianca, Aleksandra Igolkina – Evgeniia Cherpakova

Il Gatto con gli stivali, Iurii Pototckii – Sergei Golodnev

Cappuccetto Rosso, Mariia Stapanova

Il Lupo, Georgii Baranov

L’Uccello azzurro, Vera Osipenko – Oleg Kim – Oleg Iagubkov – Kostromina Ekaterina

Cortigiani, seguito di Carabosse, cacciatori, danzatori del Balletto

Staff

General Manager, Mikhail Kaminov

Coreografo, Konstantin Rassadin

Manager Compagnia, Olga Esipova

Coach prove, Kseniia Ladanova – Tatiana Goryshina – Elena Lapshina

Direttore tecnico, Valery Gilnich

Scene e costumi, Olga Osikovskaia – Tatiana Zaikina

Responsabile Make-up, Irina Nikolaeva – Vera Dadyko – Afanasenko Iuliia

Lighting Designer, Anatolii Gensirovskii

Direttore d’Orchestra, Arkady Shteynlucht

Orchestra del Teatro Carlo Felice

oca, oche, critica teatrale
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