Annonciation
Una vergine, sognante e distratta, siede quasi immobile in un giardino, dal quale proviene il rumore del traffico e il vociare dei bambini. La luce scolpisce i corpi e, con essi, svela il mistero della creazione. L’immagine dell’angelo messaggero si inserisce in questo spazio intimo, come un’intrusione, portata dalla musica discordante e futuristica di Stéphane Roy e dal riferimento iconografico al Beato Angelico.  Il corpo sacro e androgino dell’arcangelo avanza sulla scena rosso sangue, marziale, e fa quello che deve fare. Il ventre della vergine viene fecondato e, nello stupore, i danzatori si muovono sui suoni liquidi di uno spazio interiore, quello della riproduzione cellulare all’interno del corpo della donna. La curiosità , lo sconvolgimento metabolico, la paura. Il vento, le ali, il giardino dove giocano i bambini sono ancora lì. Il gesto delle due figure è ripetitivo e allucinato. Il Magnificat di Vivaldi sopraggiunge per celebrare la sottomissione all’atto creativo e l’accettazione del miracolo del concepimento. La morbidezza e la sensualità del movimento costituiscono il tratto distintivo nell’interpretazione di questo talentuoso duo femminile.

La coreografia di Preljocaj ci trascina nella problematica deflagrante del corpo e culmina nella provocazione commovente del bacio tra l’angelo e la vergine. Artista dei temi forti, Preljocaj propone una gestualità semplice, pura e raffinata ma dinamica e di grande fisicità . L’esecuzione, imperniata sulla tecnica del balletto classico, costituisce un esempio straordinario di danza contemporanea francese. Una proposta di repertorio, per questa creazione del 1995, che mantiene intatto il suo carattere vibrante dal forte impatto emotivo.
Torpeur
Più luminoso di così non si può. Una rappresentazione abbagliante. Éblouissante. Costumi di seta morbida ricoprono le coppie di danzatori che entrano in scena, lenti, flemmatici, incuranti. Corpi fluttuanti, indolenti e meravigliosi che si scompongono e si ricostituiscono, evolvendo verso quattro trio delicati, quindi nel virtuosismo del gruppo dei dodici interpreti al completo sul palco. Sullo sfondo sonoro del collettivo 79D, l’insolita sensazione del torpore si impadronisce della materia, che si riscalda, si sfiora, si illanguidisce. I tessuti, impalpabili, sembrano fondersi sui corpi dei danzatori, fino al punto in cui questi se ne disfano, in un anelito di freschezza e di libertà , lasciando apparire tutte le tonalità tenui della pelle.

Gli interpreti evolvono, lenti e fluidi, generando immagini caleidoscopiche. Il balletto si conclude con un cerchio di corpi sdraiati a terra e collegati gli uni agli altri. Ritmo e linee semplificate, inseparabili, che richiamano alla mente La Danse di Matisse, quale primordiale ode al torpore, alla gioia e all’abbandono. La grazia di questa nuova coreografia di Preljocaj dà forma all’indolenza, ne esprime la cadenza e la sensualità e provoca nello spettatore una fascinazione visiva intensa.
Noces
Spigolosa e dissacrante. Nel richiamo al folklore dei Balcani, questa coreografia mette in scena la gioia e il caos, il candore e la barbarie delle nozze. Si apre con una danzatrice che viene guidata verso il centro della scena con gli occhi bendati e che collassa su se stessa, nel momento in cui riconosce il momento che si appresta a vivere, il giorno delle nozze.Â
Dieci interpreti frenetici, sulle note di Igor Stravinskij, impersonano cinque coppie che si avvicinano e si affrontano, in una tensione costante tra rito e desiderio, pulsioni e comunità , tenerezza e aggressività . L’utilizzo dello spazio scenico è molto ampio e l’impatto emotivo, ancora una volta, è significativo. La coreografia si conclude con i tuffi impressionanti e ripetuti delle danzatrici tra le braccia dei propri partner, scanditi dalle immagini delle bambole di pezza bianca, a grandezza umana, lanciate in aria e infine impalate su scale a pioli, come in un rito voodoo.
Forse, se sulla scena non ci fosse appena stato Torpeur, i costumi di Noces non sembrerebbero così pesanti e stringenti, così fastidiosi sul corpo degli artisti. È come se lo spettatore, abbagliato dall’atmosfera lucente e languida della coreografia precedente, non riuscisse ad assorbire l’incoerenza fragorosa di Stravinskij, le camicie inamidate, le cravatte e le gonnelline di velluto.Â

La violenza di questa coreografia di repertorio prende maggiore ampiezza con il passare degli anni, di fronte al perdurare dell’indifferenza della società rispetto alla condizione femminile. Si tratta di un’opera emblematica, fastidiosa, con la quale Preljocaj ha segnato la storia della danza contemporanea. Una creazione del 1989 che potrebbe aver fatto il suo tempo, se soltanto l’assoggettamento della donna all’interno di un modello patriarcale dominante avesse trovato in questi trentacinque anni argini più solidi, fino a divenire un fenomeno circoscritto.
La Maison de la Danse, un’esperienza «aumentata»
In questo martedì sera di fine settembre, il Balletto di Preljocaj realizza un totale successo di pubblico, con la sala esaurita, per la settima rappresentazione su otto nel calendario della Maison de la Danse di questa stagione. La direzione, nella persona di Tiago Guedes, e tutto lo staff si adoperano affinché questo teatro sia un luogo creativo ed accogliente, aperto a nuove compagnie così come al pubblico. Attorno ad ogni spettacolo il teatro propone conferenze, interviste, proiezioni, laboratori, fruibili nel corso della programmazione.
Visto alla Maison de la Danse Lyon, 24 settembre 2024
Annonciation (1995)
Ballet Preljocaj
Coreografia e scenografia Angelin Preljocaj
Musica Stéphane Roy, Antonio Vivaldi
Interpretazione musicale Ensemble international de Lausanne/ Orchestra da Camera di Losanna, diretta da Michel Corboz
Costumi Nathalie Sanson
Luci Jacques Chatelet
Torpeur (2023)
Ballet Preljocaj (12 interpreti)
Coreografia Angelin Preljocaj
Musica 79D
Costumi Eleonora Peronetti
Luci Eric Soyer
Noces (1989)
Ballet Preljocaj (10 interpreti)
Coreografia Angelin Preljocaj
Musica Igor Stravinskij
Interpretazione musicale Les Percussions de Strasbourg/ Le Choeur contemporain d’Aix-en-Provence, diretto da Roland Hayrabedian
Costumi Caroline Anteski
Luci Jacques Chatelet
Coreologi Noémie Perlov, Dany Lévêque
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