top of page
Denise Uguccioni - Filippo Morchio

Safe Piece & Pragma | dal laboratorio di critica con il Liceo Artistico Klee


Safe Piece

Recensione a cura di Denise Uguccioni

Safe Piece è una performance di musica e danza improvvisata. In scena gli artisti-genitori, Valentina Campora e Andy Moor, sviluppano il tema del cambiamento e della crescita dei due figli. È insolito e inaspettato vedere in scena bambini così piccoli. Il dialogo fisico si sviluppa in un continuo scambio di sguardi e contatti, accompagnato da suoni anche disturbanti e irregolari, riprodotti dal padre con una chitarra elettrica amplificata da distorsori. I piccoli interagiscono divertendosi in un gioco di reciproca fiducia. Suoni e corpi si fondono creando un’atmosfera piacevole e ipnotica. Ipnotici sono i movimenti della madre, la sua danza lenta, sinuosa e ricca di sfumature di sensibilità, risulta anche energicamente potente. È una danza magnetica, affascinante e comunicativa. Safe Piece è evidentemente un progetto estemporaneo, infatti i bambini si muovono in modo spontaneo e libero nello spazio interagendo con la madre e risultando quasi elemento di disturbo. Disturbo che nasce dalla contrapposizione di due mondi che si avvicinano e si allontanano, legati indissolubilmente e ogni volta autentici. Spettacolo pienamente consigliato a un pubblico sensibile e predisposto a essere emotivamente coinvolto. Esperienza davvero toccante se vissuta con il cuore.

Oche in cattedra al Teatro Akropolis

Pragma - l'origine di Dioniso

Recensione a cura di Camilla Acquilino

Pragma è uno studio sul racconto mitologico tramite l'uso del corpo e l'intenzione gestuale. Lo spettacolo è spoglio da elementi fisici, v'è unicamente un rettangolo di luce blu a delineare lo spazio in cui avverrà azione. Il racconto si apre con le figure di Ade e Persefone che emergono dal buio, nel silenzio sospeso ed attento del pubblico. Ad accompagnare il susseguirsi della narrazione mitologica è un suono gracchiante, ripetitivo, che si intensifica come si carica la scena, di forza e violenza tragica. Vi sono momenti in cui i gemiti ed i respiri invece sono le uniche didascalie, essenziali, dell'altro teatrale.

Altri momenti, come nella danza di Baubó, a creare intensità con la danza è una musica a pianoforte. Qui la gestualità corporea è il fulcro vitale della ricerca, il movimento si spoglia di congetture e diviene arcaico, chiaro ed ancora una volta: "essenziale". Le vicende narrate hanno una verità che pare primordiale nei rapporti di forza fra i personaggi. L'astrazione totale delle dinamiche e della scena portano lo spettatore a decontestualizzare il tutto.

La necessità di raccontare un mito, che è poi il mito della creazione del Caos-Dioniso, è totalmente pre-caos. Quasi pre-ogni cosa. Metafisico. L'unione violenta fra vita e morte, cura e distruzione partoriscono l'origine del teatro stesso.

L'astrazione ipnotizza chi osserva, che pur con molte domande, ha in realtà la sensazione che niente debba essere spiegato.

Pragma

Recensione a cura di Filippo Morchio

Lo spettacolo è fin da subito molto intenso, anche se chi non conosce il mito di Demetra potrebbe capire con difficoltà cosa succeda esattamente in scena.

Un esempio è costituito dall’inizio: come raccontato dal prezioso foglio di sala, la prima scena si apre con Persefone e Ade, il quale, dopo aver toccato il piede dei Persefone, avvelena la fanciulla che in preda alla disperazione tenta di succhiarlo via, ma finirà inevitabilmente per oltrepassare le porte degli inferi: senza avere quest’informazione è impossibile tradurre ciò che accade in scena.

Gli attori riescono comunque a far passare le emozioni fortissime dei personaggi, nonostante l’assenza totale della parola, che risulterebbe di troppo e sicuramente meno incisiva rispetto ai semplici movimenti, supportati solo da musica, o addirittura semplici suoni, come quando Persefone - in questo caso interpretata da un uomo, altro elemento che rende forse più difficile riconoscere i personaggi - in preda all'angoscia per via della perdita della figlia, assume un atteggiamento molto aggressivo, muovendosi a scatti e pestando il pavimento, accompagnata da un suono disturbante, simile a quello prodotto dall'avvicinamento di un microfono ad un amplificatore, enfatizzando tutta la scena

Anche la luce rappresenta un ruolo fondamentale in questa rappresentazione, infatti la sala è completamente al buio, con solo un cono di luce al centro del palcoscenico, con il duplice ruolo di far concentrare l'attenzione dello spettatore sulla scena, e di dare l'impressione che gli attori entrati in scena siano comparsi dal nulla, dando un’atmosfera mistica a tutta la performance.

La scena seguente è la parte del mito in cui Ade si finge Demofoonte, nel quale Demetra riversa il suo istinto materno e comincia ad allattarlo, ma dopo poco si accorge dell'inganno, trasformando quell'abbraccio materno in una stretta mortale, ma la madre adirata è fermata da Baubò che, distraendola, la conduce verso la parte della storia in cui nasce un bambino molto speciale, rappresentante del caos, Dioniso: in Pragma questi passaggi sono stati interpretati magistralmente, passando dall'affetto di una madre ad un istinto omicida accompagnato dai soliti suoni disturbanti già citati, per poi fermarsi bruscamente mentre Demetra fissava fissava il pavimento, dove, idealmente, forse doveva trovarsi Dioniso.

In definitiva, secondo me bisognava assicurarsi che il foglio di sala, in cui era raccontato il mito, fosse letto prima dello spettacolo, infatti questa scena che sul momento non capivo, con le attuali informazioni, a ripensarci ora, assume un tutto un altro aspetto.

Devo ammettere però che l'ultima scena non l'ho capita tuttora, perché in teoria in una versione del mito, su ordine di Zeus, Ade doveva lasciar libera Persefone, e così fece e così la madre poté riabbracciare sua figlia, ma per colpa di un tranello di Ade una volta l'anno Persefone doveva tornare negli inferi, ma nello spettacolo non si percepisce la gioia iniziale della ricongiunzione di madre e figlia, infatti l’attrice che interpreta Persefone sale sulle spalle dell’attore che interpreta Demetra stringendolo, sempre accompagnato dai suoni distorti a cui ormai siamo abituati, dando l'impressione che Persefone stia manipolando Demetra come una marionetta, cosa che non c’entra niente con ciò che accade nel mito.

In conclusione penso che lo spettacolo Pragma sia una bellissima rappresentazione del mito di Demetra, lasciando ricordo di una piacevole serata anche a un neofita del teatro come me.

oca, oche, critica teatrale
bottom of page