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  • Roberta Desderi

Chenapan | Oltre i corpi


Se io gioco, tu mi giochi

e se corro, tu mi corri

se t’abbraccio tu m’allacci

se là svolazzo, tu qui sguazzi.

Ti prendo se mi prendi

tu alla corda, io al fischietto

e che c’importa

di questo morire

lento.

[Rime di Marta Cristofanini]

Buio, ombre, ritmo: questi gli elementi che si palesano ai sensi degli spettatori all’inizio di Chenapan. Una corda che pende dal soffitto è l'unico elemento scenografico, e i due danzatori compongono una melodia con l’utilizzo di alcune bacchette, in comunione con i loro stessi corpi. Molte sono le suggestioni e i repentini cambiamenti che strutturano lo spettacolo in tanti piccoli quadri: Francesco Colaleo e Maxime Freixas, attraverso il movimento, creano con i loro corpi - diversi quanto complementari - emozioni e figure. Un viaggio emotivo guidato dall’estrema materialità, in cui lo spettatore può riconoscere se stesso in quanto essere umano.

Momenti comici e tragici si alternano, la lotta è riconoscibile quanto l’amore profondamente intimo. La capacità fisica dei due danzatori fa sì che spesso lo spettatore non veda più i loro corpi di uomini, ma gli oggetti a cui essi danno forma con le loro coreografie - dalla trasformazione in molla a quella in palline da ping pong.

In questo spettacolo si realizza un utilizzo dei corpi oltre il loro confine materiale ed energetico, una narrazione coreografica che si rivolge direttamente all’emotività dello spettatore, rendendolo libero di penetrare all’interno della relazione fra i due danzatori e di interpretare in maniera diversa a seconda della propria sensibilità ogni singolo movimento. Stupisce come in alcuni istanti due uomini - chiaramente adulti - risultino fanciulleschi, in altri estremamente maturi: i due artisti sono capaci di plasmare i loro corpi e le nostre relative sensazioni attraverso il movimento.

Chenapan è una splendida occasione per ricordarsi quanto il corpo da solo sia testimone e narratore della vita stessa:, molto più di quanto possa esserlo, in molti casi, la parola.

di e con Francesco Colaleo, Maxime Freixas, ideazione Francesco Colaleo musica Vincenzo Pedata in co-produzione con la compagnia Artemis Danza/Monica Casadei, Parma in collaborazione con Anghiari Dance Hub, Magic T, Capotrave Kilowatt

oca, oche, critica teatrale
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